mercoledì 12 luglio 2017

Dalla relazione del Vescovo Mons. Armando Trasarti In collaborazione con l’ufficio pastorale diocesano per i problemi sociali e il lavoro su: " IL LAVORO NELLA VOCAZIONE DI UN TERRITORIO"

 Riproduciamo il punto 3.1 della relazione 

3.1 - Riscoperta della storia e delle origini dei beni architettonici
Un primo elemento su cui soffermarci è la ricchezza di avvenimenti storici che abbiamo ospitato nei millenni precedenti e di ciò che hanno prodotto in termini di resti monumentali e di cultura.
Nelle Marche c’è una “concentrazione” di luoghi storici, di beni culturali ed architettonici, veramente unica. Un censimento di pochi anni fa ha designato le Marche come la terra con la maggiore densità di pinacoteche, di raccolte di oggetti d’arte e di segni della storia. Ci sono ben 234 luoghi di interesse culturale racchiusi nel piccolo territorio che va da Gabicce a San Benedetto del Tronto, dagli Appennini all’Adriatico, senza contare le 315 biblioteche, i 163 santuari, i 56 castelli e i 70 teatri storici. Una densità unica al mondo, battuta soltanto dalla città di Firenze, ma non dalla Regione Toscana.
Ci sono studiosi che sostengono che addirittura una parte della storia dell’alto Medio Evo andrebbe riscritta, per il mancato racconto delle opere e del passaggio – molto meno episodico di quanto si pensi – di Carlo Magno, nonché di re e condottieri prima e dopo di lui.

All’estero la storia è fonte di valorizzazione, e quindi di reddito e occupazione, molto superiore alla nostra, pur in presenza di segni e reperti decisamente meno significativi dei nostri. Quindi, se questo è un assunto condiviso da tutti, c’è bisogno di un concorso di idee e compartecipazione di tutti i soggetti pubblici e privati per un grande piano di valorizzazione storico-culturale del territorio.

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