martedì 4 aprile 2017

Un grazie di cuore al Prof. Enzo Mancini per questa interessante analisi sulla bolla del papa Innocenzo III.

Sicut Universitatis Conditor

Noi  valdichientisti stiamo da anni a dire che Aquisgrana stava in Italia come se fosse una rivoluzione per la storia d’Italia e d’Europa. Ma nessuno si è accorto di quello che dice la bolla del papa Innocenzo III , scritta nell’esercizio delle sue funzioni, o meglio emanata, a pochi mesi dalla sua elezione al soglio pontificio? 
Questo papa con Gregorio VII  e Bonifacio VIII  è da considerare fra i massimi teorici della supremazia del potere spirituale sul potere temporale, del diritto della Chiesa Cattolica Romana ad essere titolare di uno Stato Pontificio, della superiorità del papa sulla corona del Sacro Romano Impero. Va bene che il dogma dell’infallibilità del successore di Pietro non era ancora stato definito, ma il pontefice lo doveva sapere bene dove era la sede del Sacro Romano Impero cominciato con Carlo Magno.
Allora io mi domando: cosa dicono gli storici ufficiali delle parole della bolla che io ho evidenziato in neretto?
Che si era distratto un attimino? Oppure che la sua cancelleria gli fece uno scherzo?
Oppure sono io che ho preso un granchio? Che qualcuno me lo spieghi.
E pensare che l’operazione “Translatio Imperii” era già cominciata con Federico Barbarossa.
Ricordo che alla data della bolla di cui parliamo il titolo di Imperatore era vacante: Enrico VI era morto l’anno prima; Federico II aveva solo quattro anni; Ottone di Brunswick venne incoronato solo nel 1209.
Inoltre Costanza d’Altavilla morì il mese successivo; nel 1204 Costantinopoli fu saccheggiata dai crociati; nel 1209 cominciò la crociata contro gli Albigesi  con il massacro di Beziers ; nello stesso anno Innocenzo III approvò l’ordine dei frati minori di San Francesco, ma solo verbalmente. Prima di morire, a Perugia, nel 1216, fece in tempo a deporre Ottone IV e a far consacrare imperatore il suo pupillo Federico II.
Ma se Federico II fu incoronato ad Aquisgrana nel 1215, quale papa lo incoronò, visto che Innocenzo III ad Aachen non ci andò mai di sicuro?
Insomma Lotario dei conti di Segni, nonostante fosse di salute cagionevole, si dette da fare, sia da papa che non.
Potremmo dire che sapeva cavalcare la tigre come pochi uomini nella storia.
Morì a Perugia che non se lo aspettavano, a cinquantacinque anni.
Jacques de Vitry testimonia che fu lasciato alla mercé dei ladri e che puzzava già parecchio prima di essere sepolto: “ …Ho veduto coi miei occhi come è breve, vana ed effimera la gloria di questo mondo.”
Aveva studiato diritto a Bologna e teologia a Parigi; il successore Onorio III conferì diversi privilegi alle università di Bologna e Parigi; anche il nipote, che diventò Gregorio IX, studiò a Bologna e a Parigi.
Anche Dante frequentò Parigi, dicono il Boccaccio e il Villani, ma sembra matematico che Dante non varcò mai le Alpi.
Ma non sarà che quella Parigi stava molto più vicina di quanto crediamo, come ipotizza Simonetta Torresi?
Ma non mettiamo troppa carne a cuocere.
Ecco di seguito il testo della bolla di Innocenzo III tradotta in italiano.
-------------
“Lettera sui due poteri, del Papa e dell’Imperatore, di cui il secondo deriva dal primo
Come Dio, creatore dell'universo, ha creato due grandi luci nel firmamento del cielo, la più grande per presiedere al giorno e la più piccola per presiedere alla notte, così egli ha stabilito nel firmamento della Chiesa universale, espressa dal nome di cielo, due grandi dignità: la maggiore a presiedere (per così dire) ai giorni cioè alle anime, e la minore a presiedere alle notti cioè ai corpi. Esse sono l'autorità pontificia e il potere regio. Così, come la luna riceve la sua luce dal sole e per tale ragione è inferiore a lui per quantità e qualità, dimensione ed e effetti, similmente il potere regio deriva dall'autorità papale lo splendore della propria dignità e quanto più e con essa a contatto, di tanto maggior luce si adorna, e quanto più ne è distante tanta meno acquista in splendore. Ambedue questi poteri hanno avuto collocata la sede del loro primato in Italia, il qual paese quindi ottenne la precedenza su ogni altro per divina disposizione. E perciò, se pure noi dobbiamo estendere l'attenzione della nostra provvidenza a tutte le province, tuttavia dobbiamo con particolare e paterna sollecitudine provvedere all'Italia, dove furono poste le fondamenta della religione cristiana e dove l'eccellenza del sacerdozio e della dignità si esalta con la supremazia della Santa Sede...

(Data in Laterano il terzo giorno prima delle calende di novembre, 30 ottobre 1198.)
--------------

Per il Centro Studi di San Claudio da Mancini Enzo;  2 aprile 2017.

3 commenti:

  1. Innocenzo III non andò ad Aquisgrana ? Ma che grande scoperta dell'acqua calda! Le fonti storiche dicono infatti che le due incoronazioni imperiali di Federico II (la prima a Magonza nel 1212 e la successiva, da lui voluta fortemente, ad Aquisgrana il 25 luglio del 1215) sono state espletate dall'Arcivescovo di Magonza Sigfrido III di Eppstein e non dal Papa. Vi suggerisco una maggiore informazione a monte e la lettura dei documenti ufficiali prima di fare supposizioni che non hanno alcuna base storica.

    RispondiElimina
  2. La frase in grassetto si riferisce, nel periodo di cui si parla, al fatto che il Papato, essendo in contrasto con Federico II (è la famosissima querelle tra Chiesa e Impero, guelfi e ghibellini,ecc.)intendeva ribadire il primato di Pietro anche nella sfera politica. In sostanza il fatto che il Papa avesse autorità anche sull'Imperatore. Si rifaceva, in tal senso, al fatto che il potere imperiale, originariamente, era nato a Roma 1200 anni prima. Voi, invece, al solito interpretate il tutto pro domo vestra, dimostrando, a questo punto, una totale mala fede.

    RispondiElimina
  3. Aggiungo: la "translatio imperii" di cui parlate spesso non è quello che voi dite (cioè l'aver trafugato a San Claudio la vera Aquisgrana per portarla ad Aachen), ma una cosa completamente diversa. Era, da un lato quanto scritto sopra (il Papato che intendeva mantenere il primato sull'Imperatore), dall'altro il trasferimento della sede imperiale da Oriente (Costantinopoli) a Roma. Infatti, il potere imperiale, nel IX° secolo era solo quello orientale, l'impero romano d'Occidente non essendoci più dal 476, quando Odoacre aveva deposto l'ultimo imperatore romano Romolo Augusto. Voi, al solito, ne fate una questione di traslochi...

    RispondiElimina